Come le dita di una mano aperta così i tre corpi, che compongono l’impianto di questo progetto, si protendono dinamicamente nell’area per cercare l’orientamento solare migliore e per godere del pregevole campo visuale sui colli trevigiani.
Nello studio del progetto del complesso direzionale aziendale, di circa 4.000 m2, si è scelta una soluzione in cui il fabbricato è leggermente sollevato rispetto alle aree esterne, effetto sottolineato da una soletta aggettante ripetuta con la stessa sagoma e spessore in copertura: il risultato sono due piani uguali paralleli che inquadrano facciate vetrate, arretrate e frammentate.
Un’asse trasversale, che interseca i tre volumi, funge da percorso di unione e collegamento interno orizzontale e verticale.
L’assenza nelle piante di angoli retti e l’uso libero di linee inclinate, che spesso cambiano direzione, provocano tensioni visive, incrementano la fluidità delle connessioni tra i volumi e diminuiscono la percezione della lunghezza dei percorsi.